ARCHIVIO TPE
Stagione 2019/20
ELENCO SPETTACOLI
FATALITÀ DELLA RIMA
Arne Lygre / Jacopo Gassmann / Fabrizio Gifuni / produzione TPE
Uno spazio vuoto. Una donna e un uomo più giovane di lei. Si apre su una scena spoglia, il testo di Lygre. Sono lì, loro due, soli, entrambi lontani da un passato che si illudono di poter rimuovere. È un limbo sospeso fra ciò che è accaduto e ciò che sarà. Che potrebbe essere. Ogni cosa che l’uomo e la donna nominano prima o poi prende corpo: un tavolo, un divano, una camera con vista, il semplice desiderio di raggiungere il mare.
MAI MORTI
Bebo Storti / Renato Sarti
Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas, attivo a fianco dei nazisti. Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle «belle imprese» del Ventennio. In una notte milanese dei nostri giorni il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, a lui cari.
IO SANTO TU BEATO
Bebo Storti / Renato Sarti
In Io santo, tu beato, Renato Sarti ha immaginato un dialogo in Paradiso tra il beato Papa Pio XII e san Pio da Pietrelcina. Papa Pacelli (RenatoSarti) è un elegantissimo Pantalone che parla latinorum e indossa una mitria a forma di Cupola di San Pietro. Padre Pio (Bebo Storti) è un Balanzone pugliese ultras del Foggia, con il saio e il naso a peperone.
UNDERGROUND
Cuocolo Bosetti
Underground è una nuova produzione di Iraa Theatre e Teatro di Dioniso realizzata da Renato Cuocolo e Roberta Bosetti. È costruito come un lavoro site-specific per le metropolitane delle grandi città europee: Torino, Roma, Napoli, Milano, Parigi e Berlino. Uno spettacolo per venti spettatori in viaggio. Questa è la prima volta che il lavoro viene adattato e presentato a Torino.
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
Luigi Pirandello / Roberto Latini
Premio della Critica Anct 2015, Roberto Latini adatta e interpreta con il solo ausilio dei video di Barbara Weigel, le musiche di Gianluca Misiti (Premio Ubu per il progetto sonoro) e le luci di Max Mugnai, l’ultima opera teatrale di Pirandello, lasciata incompiuta per la morte dell’autore e rappresentata postuma nel 1937.
ACCABADORA
Michela Murgia / Carlotta Corradi / Veronica Cruciani / produzione TPE
Nel romanzo Accabadora Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria, all’età di sei anni, viene affidata alla zia, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora aiutando le persone in fin di vita a morire. Quando Maria scopre la vera identità della madre adottiva fugge nel continente, ma anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. Qui, dove finisce il romanzo, inizia lo spettacolo frutto della drammaturgia di Carlotta Corradi e della regia di Veronica Cruciani.
LA LOCANDIERA
Carlo Goldoni / Walter Le Moli
Nella lettura di Walter Le Moli del capolavoro di Carlo Goldoni, La locandiera, la tradizione si intreccia e si confonde con la modernità. Sfrondata delle trine e dei vezzi, la vicenda raccontata da Goldoni ci offre un quadro della società a lui contemporanea animato da tensioni e rivendicazioni, in cui la decadenza della vecchia classe dirigente – ormai ridotta a parassita inerme – si scontra con il dinamismo di quel ceto borghese che di lì a qualche anno avrebbe squassato l’ordine costituito e dato nuovo corso alla Storia.
LO ZOO DI VETRO
Leonardo Lidi / Tennessee Williams / produzione TPE
Rappresentato nel 1944 a Chicago, Lo zoo di vetro è il primo successo teatrale di Tennessee Williams. Lo zoo di vetro esiste davvero. È la collezione di animaletti che Laura raccoglie ed elegge a proprio universo parallelo: via di fuga da una vita che la madre vorrebbe restituirle, ma per la quale si ritiene troppo fragile. Dopo Spettri di Ibsen, Leonardo Lidi torna a parlare di famiglia e dei confini delineati dagli affetti del nostro passato.
LA DONNA LEOPARDO
Alberto Moravia / Michela Cescon
Quattro personaggi. Un giornalista, Lorenzo. Colli, il suo editore. Le rispettive mogli: Nora, creatura inquieta e affascinante, e Ada, innamorata e tradita. I quattro si trovano ad affrontare un viaggio in Africa, nel Gabon. Dalle atmosfere borghesi di una Roma conosciuta e notturna – dove le relazioni sono più nascoste e trattenute – all’Africa che, come dice Moravia, è «il più nobile monumento che la natura abbia mai eretto a sé stessa».
LUCIDO
Rafael Spregelburd / Jurij Ferrini
Buenos Aires, oggi. Dopo quindici anni di assenza – lontana da casa e da sua madre Teté – Lucrezia torna a reclamare il rene che da bambina ha donato al fratello minore Luca. In una letterina dice, anzi, di averglielo «prestato». Pare che ora il marito di Lucrezia, si trovi ricoverato in ospedale in dialisi e ne abbia urgente bisogno. Restituendo quel rene, Luca salverebbe la vita al cognato. A rischio naturalmente della sua. La trattativa sarà da incubo. Lucido è una commedia moderna e originale, Premio Ubu 2011 per il miglior testo straniero.
ANTIGONE
Massimiliano Civica
Il regista Premio Ubu affronta questa volta un testo archetipico: Antigone di Sofocle. Per sentito dire, tutti sappiamo che Antigone è nel giusto: una sorta di santa laica che combatte per la nobile causa di dare sepoltura al corpo del fratello, mentre Creonte è un tiranno autoritario che commette e vuole solo il male. La nuova traduzione del testo mette in luce il fatto che Sofocle accomuna Antigone e Creonte in un’identica colpa: la presunzione di ritenersi eccezionali.
QUEEN LEAR
Nina’s Drag Queens / Claire Dowie / William Shakespeare / Francesco Micheli / Michele Panella / Lorenzo Piccolo
Queen Lear raccoglie temi importanti del nostro tempo: la vecchiaia, l’integrazione, la malattia e la morte, il dramma familiare in una società disgregata nella quale i padri lasciano in eredità ai figli un futuro incerto e cupo. Nel solco della tradizione shakespeariana, è uno spettacolo popolare e alto al tempo stesso, che prende forza dalle contaminazioni tra i generi. La maschera della drag queen è la chiave perfetta per una declinazione contemporanea del fool shakespeariano.
FEDELI D’AMORE
Marco Martinelli / Ermanna Montanari
Dopo il successo di Va pensiero e del focus loro dedicato la scorsa stagione, Ermanna Montanari e Marco Martinelli tornano al TPE con Fedeli d’Amore. Un “polittico in sette quadri”, un testo di Marco Martinelli «attorno» a Dante Alighieri e al nostro presente. Nella nebbia di un’alba ravennate del 1321 Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia sé stessa.
LA MONACA DI MONZA
Giovanni Testori / Valter Malosti / Federica Fracassi / produzione TPE
Come in una soggettiva cinematografica, la protagonista, da morta, rivive la vicenda fin dal suo proprio concepimento avvenuto con atto brutale del padre su una delicata figura di madre, per poi passare a rievocare il disperato amore per Gian Paolo Osio, vero e proprio eroe nero e sanguinario che finisce i suoi giorni barbaramente trucidato.
ANELANTE
Rezzamastrella / produzione TPE
Per il loro combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo Flavia Mastrella e Antonio Rezza, ovvero RezzaMastrella, hanno vinto il Leone d’oro alla carriera per il Teatro alla Biennale di Venezia 2018. In uno spazio privo di volume – raccontano RezzaMastrella – il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice.
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Alessandro Serra / produzione TPE
Alessandro Serra, col suo talento visionario, rilegge ora Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov. Rappresentato nel gennaio 1904 con la regia di Konstantin Stanislavskij, è il capolavoro che apre il ‘900 e ne anticipa i tratti salienti: le grandi dittature, il capitalismo, la distruzione della natura in nome dello sviluppo.
L’ANIMA BUONA DEL SEZUAN
Elena Bucci / Marco Sgrosso
Tre Dei confusi, ingenui e pasticcioni, vagano sulla terra in cerca di un’anima buona per dimostrare che il mondo non è sbagliato come si dice ed evitare così il faticoso compito di cambiarlo. Giunti nella capitale del Sezuan, cercano un rifugio per la notte e chiedono aiuto all’acquaiolo Wang, piccolo imbroglione dal cuore buono che li attendeva con ansia, ma soltanto Shen-Tè, generosa e povera prostituta, accetterà di accoglierli, ricevendo in premio una ricompensa di mille dollari d’argento, con i quali potrà cambiare vita e acquistare una piccola tabaccheria.
NEVERENDING
Barbara Altissimo
Una figlia e un padre. Un legame. Un distacco. Un prima e un dopo. Una morte. Una vita che continua. Lo spettacolo Neverending, di e con Barbara Altissimo, animato soltanto da musica dal vivo, è una «partitura per un corpo che racconta e un corpo che accompagna». Racconta il distacco fisico ed emotivo da un genitore, compie una riflessione sul dolore che ne scaturisce e sul bisogno di lasciare andare ciò che non è più, per ricominciare.
GIULIETTA
Federico Fellini / Vitaliano Trevisan / Valter Malosti / produzione TPE
Giulietta è l’unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata da Federico Fellini. Un racconto di cui lui stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes. Si tratta della prima idea-soggetto di Giulietta degli spiriti: un “trattamento”, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Una sorta di film semilavorato. Valter Malosti porta in scena nel 2004 la versione teatrale del racconto adattata da Vitaliano Trevisan.